Buon 25 Aprile

Buon 25 Aprile

Anche quest’anno ci avviamo a celebrare il 25 aprile e quindi la Liberazione del nostro Paese dall’oppressivo regime Fascista e dagli invasori nazisti.

Molti anni sono passati dal quel 25 aprile del 1945 quando il CNL proclamò lo sciopero e l’insurrezione generale nell’alta Italia con il fine ultimo della liberazione del nostro paese da un regime, come quello fascista, che aveva soggiogato il nostro Paese e cancellato le libertà e i diritti dei nostri concittadini.

E dunque se molti anni sono passati perché allora continuare a ricordare quel giorno? Per nostalgia? Ovviamente no. Per ricordo dei morti? Perché si impari dalle tragedie del passato? Anche ma non solo.

Principalmente perché si ricorda un punto centrale della storia del nostro Paese in cui si è imposto un percorso di rinascita civile e morale dell’Italia e dell’Europa, un percorso che passando dalla resistenza contro un regime fra i più oscuri è culminato con la stesura del patto fondativo del nostro stare insieme: la Costituzione Repubblicana e antifascista. La nostra Costituzione, infatti, nasce nella e dalla Resistenza ed è quindi antifascista nel senso più pieno: non solo quindi per la XII disposizione transitoria e finale che vieta la ricostituzione del Partito Fascista ma per il suo spirito che rompe decisamente con il periodo precedente.

La Costituzione afferma che tutte le persone sono uguali e hanno pari dignità, afferma che i diritti fondamentali delle persone sono tali proprio perché appartengono all’umanità in quanto tale e in tal senso preesistono allo Stato che non può che garantirli e tutelarli.

L’antifascismo della nostra Costituzione sta qui. Nel ribaltare un concetto che nell’ideologia fascista prevedeva invece che i diritti (tutti) fossero dello Stato e che questo dunque potesse decidere se e in che misura trasferirli alla cittadinanza o a parti di essa. Sulla base di questo principio sono state commesse le più gravi atrocità di quel periodo: perché se i diritti sono del gruppo dominante e non delle persone si può legittimamente decidere che ci sia qualcuno che di quei diritti non deve godere e che quindi può essere privato della libertà e della dignità. E quel qualcuno di solito fa parte di una minoranza, meglio se povera, o comunque diversa dal sentire dominante.

Ed è proprio nel contrastare tutto questo che la nostra Costituzione è antifascista.

Ed è perché violano il patto su cui si fonda il nostro stare insieme che partiti, associazioni o movimenti - che a quell’ideologia di prevaricazione fanno riferimento - non possono avere diritto di cittadinanza nel sistema repubblicano. A prescindere dal colore delle camicie o dal nome dei  movimenti.

Per questo la celebrazione della ricorrenza della liberazione del nostro paese e con essa l’antifascismo non possono essere bollate come nostalgiche. Tutt’altro, le parole d’ordine che anche in Europa e nel nostro paese sentiamo di nuovo scagliarsi contro il diverso, contro le minoranze, somigliano in modo drammatico a quelle che soffiavano negli anni del ventennio. Soffiano gli stessi venti di guerra. Da molti anni una grave crisi economica affligge soprattutto i ceti medi e bassi e su questo si sono inseriti soggetti senza scrupoli che hanno facile gioco nell’indicare il diverso come il colpevole. Non è la prima volta che avviene.

Un finale già scritto allora? Non credo. Coloro che hanno combattuto nella Resistenza e poi scritto la nostra Costituzione ci hanno dimostrato che siamo noi gli artefici del nostro destino, del destino della nostra comunità. Dalla festa della Liberazione giunge un monito “è accaduto, quindi può accadere di nuovo” ma se lo lasciassimo accadere oggi saremmo più colpevoli perché abbiamo già visto cosa quelle ideologie lasciano per strada: morte e ingiustizia.

Un appello dunque affinché si porti avanti la memoria di quello che è stato perché non si ripeta, a ritrovare nella giustizia, nell’uguaglianza e nella pace le ragioni che hanno portato molti uomini e molte donne a dare la loro vita per combattere in nome di questi valori, le ragioni che diedero vita alla nostra Costituzione, le ragioni, insomma, del nostro stare insieme.

Buon 25 Aprile!