11 settembre - venti anni dopo

Sono passati venti anni dall’11 settembre 2001. Una data che ha sconvolto tutti noi e  il mondo intero. Chi di noi c’era ricorda esattamente cosa stava facendo quando la televisione iniziò il racconto in diretta dell’attentato alle Torri Gemelle. Un’azione terroristica senza precedenti a quello che era uno dei simboli dell’Occidente, il World Trade Centre, il Centro del Commercio Mondiale nella capitale finanziaria del mondo. 

 

Lo sappiamo tutti: migliaia furono le vittime, quelle che vi morirono perché intrappolate all'interno, chi rimase bloccato tentando di salvarle, chi sopravvisse ma riportando tante di quelle conseguenze da non farcela in futuro.

 

A quel tragico evento hanno fatto seguito 20 anni di guerra: l'Afghanistan prima e l'Iraq poi e altrettanti anni di attentati in occidente. Anni di guerra che come è sotto gli occhi di tutti specie nelle ultime settimane non hanno dato i risultati cercati.   Abbiamo cercato la pace facendo la guerra. Ma la guerra semina odio, rancore e violenze.

Lo dimostrano gli ultimi fatti in Afghanistan, dove - ironia della Storia - il regime talebano, quel regime che combattemmo tutti dopo l’11 settembre, si è di nuovo impossessato del Paese con brutalità e ferocia, instaurando la dittatura. L’ultimo tassello di un’escalation di violenze che ha visto in questi anni l’Occidente scoprirsi impaurito e impreparato di fronte ai vili attentati di Al Quaeda prima e dell'ISIS poi. Un nemico che abbiamo scoperto essere in casa nostra, il nostro vicino, magari un ragazzo della periferia che non abbiamo compreso, a cui come società non abbiamo saputo dare una chance, che abbiamo rinnegato, escluso e magari ghettizzato ai margini della città. 

 

L'11 settembre è una di quelle date che hanno cambiato il corso della Storia, è una data che ci invita a ricordare i nomi e i volti di chi ha perso la vita in quella tragedia, una data che deve continuare a farci provare dolore per quelle perdite e sdegno nei confronti di chi le ha causate ma che ci deve anche far riflettere su come ognuno di noi può fare la propria parte per costruire un mondo nuovo che sappia vivere in pace con leadership affidate a chi lavora per aiutare a vivere il proprio popolo anziché seminare morte e terrore.

 

Parlare oggi dell’11 settembre significa tutto questo, significa parlare della nostra storia, di quella che è stata e di quella che verrà. 

 

Siamo tutti legati a quel giorno, ma ritengo che siano proprio le persone, attraverso le scelte che compiono, a fare la storia. Ed è in in questo che credo ci sia speranza per il futuro: nella capacità di scelta delle persone, la scelta di costruire ponti e di portare agli altri, attraverso le proprie azioni e con spirito umanitario, i principi di democrazia, libertà, fratellanza e rispetto reciproco. In questo modo, davvero possiamo riuscire ad onorare la memoria di coloro che, innocenti, sono rimasti vittime di questa tragedia. 

 

Il Sindaco

Mirko Terreni