Giorno della Memoria: 27 gennaio 2016

Giorno della Memoria: 27 gennaio 2016

A distanza di sedici anni si rende necessario tornare a riflettere sulla volontà espressa dal Parlamento Italiano il 20 luglio del 2000: con la legge 211 fu riconosciuto nel 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, il Giorno della Memoria.

Con questo atto il nostro Parlamento volle istituire il dovere della memoria affinché simili eventi non potessero più accadere. E’ in questo preciso quadro che si inserisce il compito delle Istituzioni di mantenere viva nella società la consapevolezza delle violenze e delle barberie che si perpetrarono per mano nazifascista contro il popolo ebraico e contro i deportati militari e politici nei campi nazisti, in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia che ha attraversato il nostro Paese e l’Europa tutta.

Mantenere viva la memoria significa quindi tramandare la conoscenza di ciò che è stato, evitare che il ricordo anneghi nell’oblio delle rivisitazioni storiche, soprattutto oggi che i Sopravvissuti stanno lasciando il testimone del ricordo alle nuove generazioni. Oggi più che mai è necessario affidare alla memoria il difficile compito di ambasciatore della storia affinché non si sfumino i tratti lividi della violenza compiuta dal nazifascismo: perché la shoah è esistita.

E’ nostro dovere difendere la memoria di ciò che è stato perché, come scrisse Primo Levi, ciò che è accaduto può ancora succedere, perché ciò accadde, così come abbiamo il dovere di continuare a diffondere i valori di solidarietà, pace, integrazione a cui gli uomini e le donne sopravvissuti dai campi di concentramento hanno chiamato l’intera umanità durante tutto l’arco della loro vita. Quegli stessi valori che hanno ispirato e mosso gli oppositori dei regimi, i nostri partigiani, che combatterono e morirono in nome di un futuro di pace, in nome della solidarietà e dell’amicizia tra i popoli e che oggi costituiscono il basamento morale che ha ispirato la nostra Costituzione e l’idea di un’Europa unita. Questo è il loro impegnativo lascito alle nuove generazioni, che hanno il compito di fare da custoditi.

E’ proprio su questo aspetto che dobbiamo tornare a riflettere: sul nesso tra quell’idea di Europa e di Italia e sul compito della memoria, per domandarsi se quei valori al tempo ispiratori, oggi trovano concreta attuazione nelle leggi e nella società civile.

Dobbiamo riflettere e capire che oggi ad essere coraggiosa e illuminata deve essere proprio la politica perché di fronte a nuovi e sconosciuti scenari, la sfida a cui ci troviamo di fronte è sempre la stessa, riuscire a rimanere umani.

Rimanere umani di fronte ai milioni di profughi che sbarcano sulle nostre coste dopo viaggi della morte, rimanere umani nonostante il tentativo terroristico di dividere il mondo in due emisferi religiosi, rimanere umani nonostante la paura della differenza che da sempre rende debole l’uomo e avere il coraggio di mettere avanti a tutto una politica lungimirante, che sia consapevole dei valori su cui è stata costruita la società che rappresenta, consapevole del sangue versato e delle vite uccise per restituire al futuro un mondo di pace, di fratellanza, solidarietà e amicizia tra i popoli.

Noi oggi siamo il futuro e ricordare chi è sopravvissuto e chi dai campi di sterminio non è mai tornato significa innanzitutto muovere le nostre azioni politiche a partire dai valori su cui sono nate la nostra Costituzione e la nostra Europa Unita.